Ermann Hesse

Da **meryan** Ven Feb 27, 2009 1:18 am

Ti avevo cantato una canzone.
Tu tacevi. La tua destra tendeva
con dita stanche una grande,
rossa, matura rosa purpurea.

E sopra di noi con estraneo fulgore
si alzò la mite notte d'estate,
aperta nel suo meraviglioso splendore,
la prima notte che noi godemmo.

Salì e piegò il braccio oscuro
intorno a noi ed era così calma e calda.
E dal tuo grembo silenziosa scrollasti
i petali di una rosa purpurea.

HERMAN HESSE

Da **WhiteAngel** Sab Feb 28, 2009 3:03 am

che dolcezza in queste parole, ma sembra che tu hai già postata un altra da Mirna di questo poeta Anna o mi sbaglio?

Da **meryan** Sab Feb 28, 2009 3:06 am

mi sembra di si ma non la stessa il poeta mi sembra di si perchè mi piace quanto neruda biricchinaa

Da **WhiteAngel** Sab Feb 28, 2009 3:17 am

ricordo che non è la stessa poesia, ma questo poeta mi è rimasto in mente, molto belle le sue poesie...ma tu di tuo non hai mai scritto?

Da **Stasy** Sab Feb 28, 2009 3:20 am

bellissima Meryan

Da **meryan** Sab Feb 28, 2009 3:34 am

io non sarei capace a scrivere certe volte non riesco neanche a spiegarmi figurati a scrivere flower

Da **meryan** Gio Apr 02, 2009 11:34 pm

Con il crepuscolo ed il canto del merlo

s'avanza la notte dalle valli. Le rondini riposano, il lungo giorno
anche le rondini ha stancato.
Per la finestra con un suono trattenuto passa l'arcata leggera
del mio violino.

Capisci, bella notte, la melodia la mia vecchia canzone,
la canzone a te?

Un fresco fruscio giunge dal bosco che il mio cuore rabbrividendo

ride, e piano con forza gentile mi vince sia il sonno
che il sogno della notte.

^{H. Hesse}

Da **WhiteAngel** Ven Apr 03, 2009 12:25 am

bellissimaaaaaaa saltell

Da **meryan** Ven Apr 03, 2009 12:34 am

Da **meryan** Ven Apr 03, 2009 4:34 pm

Io ti chiesi perché i tuoi occhi
si soffermano nei miei
come una casta stella del cielo
in un oscuro flutto.

Mi hai guardato a lungo
come si saggia un bimbo con lo sguardo,
mi hai detto poi, con gentilezza:
ti voglio bene, perché sei tanto triste.

Hermann Hesse

Da **meryan** Mer Apr 08, 2009 1:46 am

Un walzer di Chopin riempie la sala
una danza selvaggia e scatenata.
Alla fine pallido chiarore,
il pianoforte adorna un'apassita ghirlanda.

Il piano tu, il violino io,
così suoniamo e non smettiamo
e attendiamo inquieti, tu e io,
chi per primo spezza la magia.

Chi per primo interrompe il ritmo
e scosta da sè le candele,
e chi per primo pone la domanda,
a cui non vi è risposta.
H. Hesse

Da **lucyl1978it** Mer Apr 08, 2009 2:03 am

bellissima... sia la poesia che l'immy... ti ho dato un punto reputazione ^^

Da **meryan** Mer Apr 08, 2009 2:07 am

lucy quella precedente l'hai vista? saltell

Da **lucyl1978it** Mer Apr 08, 2009 2:18 am

plego!!! ora le ho lette tutte, tutte stupendeee ^^ bacissimi

Da **meryan** Mer Apr 08, 2009 2:20 am

glazie ti ela sfuggita!!!! flower

Da **lucyl1978it** Mer Apr 08, 2009 2:22 am

si ma nn una ... mado' erano 3 maniintesta

Da **meryan** Mer Apr 08, 2009 2:32 am

si si erano 3 ..ma angel stasera è sparito ? dubbioso

Da **lucyl1978it** Mer Apr 08, 2009 2:33 am

mi chiedevo la stessa cosa bohhhhhh

Da **meryan** Mer Apr 08, 2009 2:35 am

avrà da fare oppure non gli funziona il pc flower

Da **lucyl1978it** Mer Apr 08, 2009 2:38 am

piu' probabile che ha da fare... white si dimena bene col pc ^^

Da **meryan** Dom Apr 19, 2009 1:39 am

Le metamorfosi di Pictor di H. Hesse

Appena giunto in Paradiso Pictor si trov��nnanzi ad un albero che era insieme uomo e donna. Pictor salut��albero con riverenza e chiese: ? Sei tu l?albero della vita???... E di nuovo vide un albero, che era insieme sole e luna. Pictor chiese: ? Sei tu l?albero della vita??. Il sole annu젥 rise, la luna annu젥 sorrise. Fiori meravigliosi lo guardavano, con una moltitudine di colori e di luminosi sorrisi,?Tra tutti questi fiori stava Pictor, pieno di struggimento e di gioia inquieta. Il suo cuore, quasi fosse una campana, batteva forte, batteva tanto; il suo desiderio ardeva verso l?ignoto, verso il magicamente prefigurato. Pictor scorse un uccello sull?erba posato e di luminosi colori ammantato e gli chiese: ?Dov?蠤unque la felicit࿔. ?La felicit࿅la felicitଠamico, 蠯vunque, sui monti e nelle valli, nei fiori e nei cristalli ??con queste parole l?uccello spensierato scosse le sue piume, allung�� collo, agit�� coda, socchiuse gli occhi , rimase fermo immobile seduto nell?erba ed ecco: l?uccello era diventato un fiore variopinto?Pictor temette di vedere svanire la sua fortuna , rapido disse la parola e si trasform�� un albero. Penetr��n le radici nella terra, si allung��rso l?alto, foglie e rami germogliarono dalle sue membra?era molto contento... Passarono molti anni prima che si accorgesse che la sua felicit࠮on era perfetta?lentamente impar��guardare con occhi d?albero?.e divenne triste. Vide infatti che attorno a lui tutti si trasformavano spesso?lui invece rimaneva sempre lo stesso?

Un bel giorno, una fanciulla dai capelli biondi e dalla veste azzurra si perse in quella parte del Paradiso...correva tra gli alberi e prima di allora non aveva mai pensato al dono della trasformazione. Quando l?albero Pictor scorse la fanciulla, lo prese un grande struggimento, un desiderio di felicitࠣome non gli era ancora mai accaduto. E allo stesso tempo si trov��eso in una profonda meditazione, perch頥ra come se il suo stesso sangue gli gridasse: ?RITORNA IN TE! RICORDATI IN QUESTA ORA DI TUTTA LA TUA VITA, TROVANE IL SENSO, ALTRIMENTI SARA? TROPPO TARDI E NON TI SARA? PIU? DATA ALCUNA FELICITA??.

La fanciulla ud젵n fruscio tra le foglie dell?albero Pictor, alz�� sguardo e sent쬠con un improvviso dolore al cuore, nuovi pensieri, nuovi desideri, nuovi sogni muoversi dentro di lei. Attratta dalla forza sconosciuta si sedette sotto l?albero. Esso le appariva solitario e triste, e in questo bello, commovente e nobile nella sua muta tristezza; era incantata dalla canzone che sussurrava lieve la sua chioma. Si appoggi�� suo tronco ruvido, sent젬?albero rabbrividire profondamente, sent젬o stesso brivido nel proprio cuore. IL SUO CUORE ERA STRANAMENTE DOLENTE, NEL CIELO DELLA SUA ANIMA SCORREVANO NUVOLE, DAI SUOI OCCHI CADEVANO LENTAMENTE PESANTI LACRIME. COSA STAVA SUCCEDENDO? PERCHɠDOVEVA SOFFRIRE COS̿ PERCHɠIL SUO CUORE VOLEVA SPACCARE IL PETTO E ANDARE A FONDERSI CON LUI, CON IL BEL SOLITARIO?
L?ALBERO TREMҠSILENZIOSO FIN NELLE RADICI, TANTO INTENSAMENTE RACCOGLIEVA IN SɠOGNI FORZA VITALE, PROTESO VERSO LA FANCIULLA IN UN ARDENTE DESIDERIO DI UNIONE?Venne volando un uccello rosso e verde, la fanciulla vide cadere dal becco qualcosa che brill��sso come sangue?era un rubino...la fanciulla si chin��sollev��el rossore?.immediatamente si avver�� sogno che le aveva riempito il cuore. La bella fu presa, svan젥 divenne tutt?uno con l?albero, si affacci��l suo tronco come un robusto giovane ramo che rapido si innalz��rso di lui.

Ora tutto era a posto, il mondo era in ordine, solo ora era stato trovato il Paradiso. Pictor non era pi?vecchio albero intristito, ora cantava forte Pictoria. Vittoria. Era trasformato. E poich頱uesta volta aveva raggiunto la vera, l?eterna trasformazione, poich頤a una metࠥra diventato un tutto, da quell?istante pot蠣ontinuare a trasformarsi, tanto quanto voleva?in ogni forma per��a intero, era una ?coppia?, aveva in s頬una e sole, uomo e donna, scorreva come fiume gemello per le terre, stava come stella doppia in cielo.

Da **meryan** Mar Apr 21, 2009 12:55 am

AMORE
La mia felice bocca nuovamente incontrare vuole
le tue labbra che baciando mi benedicono,
le tue dita care voglio tenere
e giocando congiungerle con le mie dita,
saziare il mio assetato sguardo col tuo,
avvolgere il mio capo nei tuoi folti capelli,
con le mie membra giovani e sempre sveglio voglio
rispondere a ogni movimento delle tue membra
e da sempre nuovi fuochi d'amore
rinnovare mille volte la tua bellezza,
finché entrambi appagati e grati
ci troviamo felicemente sopra ogni dolore,
finché senza desideri salutiamo il giorno e la notte,
l'oggi e l'ieri come fratelli amati
finché camminiamo sopra ogni fare e ogni agire
come raggianti in una pace completa

Da **meryan** Gio Apr 30, 2009 11:41 pm

Io ti chiesi

Io ti chiesi perché i tuoi occhi
si soffermano nei miei
come una casta stella del cielo
in un oscuro flutto.

Mi hai guardato a lungo
come si saggia un bimbo con lo sguardo,
mi hai detto poi, con gentilezza:
ti voglio bene, perché sei tanto triste.

Hesse